Andando a fare la spesa, vediamo solo il prezzo indicato sul prodotto a scaffale. Questo prezzo è indicativo di parte dei costi sostenuti per produrlo, ma non di tutti.
Una coltura con metodi convenzionali viene irrorata con pesticidi di sintesi e il terreno che la ospita viene coperto da fertilizzanti chimici.
Ciò ha un effetto sul suolo nel tempo: gli organismi che lo mantengono vitale vengono distrutti dalle sostanze chimiche e la povertà di sostanza organica fa perdere al suolo la capacità di trattenere l’acqua. Quando piove, si possono così determinare fenomeni di erosione, mentre le sostanze chimiche spruzzate sui campi vengono dilavate e finiscono in canali, laghi, torrenti, fiumi e mare, impattando sulla vita acquatica e anche su quella degli umani: buona parte delle acque superficiali, e delle falde profonde, supera i limiti di qualità ambientale per la presenza di pesticidi.
L’incapacità del suolo di trattenere l’acqua a causa dell’uso intensivo di fertilizzanti chimici di sintesi può portare all’erosione, che può anche essere causa d’inondazioni.
La comunità da un lato deve pagare tasse che servono per trattare l’acqua, cercando di eliminare le sostanze chimiche tossiche, dall’altro per scavi e rifacimenti di argini per contenere gli allagamenti.
Sul cartellino del prezzo dei prodotti convenzionali questi costi aggiuntivi non li vediamo, ma vengono sostenuti dalle nostre tasse.
I prodotti convenzionali sembrano più economici di quelli biologici, ma è un’illusione.