La rivista scientifica Annals of Global Health ha pubblicato una meta-analisi sulle conseguenze sanitarie delle contaminazioni ambientali curata da un equipe di ricercatori di università e istituzioni di tutto il mondo.
Già l’abstract è impietoso: “L’inquinamento ambientale è una delle principali cause di malattia e morte. Le esposizioni nella prima infanzia sono particolarmente pericolose. (…) L’inquinamento da prodotti chimici e pesticidi sta aumentando, specialmente nei Paesi a reddito medio basso. (…) Le malattie croniche legate all’inquinamento stanno diventando epidemiche. Le stime future sul carico globale delle malattie devono prestare maggiore attenzione alle conseguenze a breve e lungo termine dell’inquinamento ambientale”.
Ma c’è un’alternativa: la produzione biologica, che l’Unione Europea riconosce come “un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali”.
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